E’ strano come si possa vivere in una città anni, persino una vita intera, e ignorare l’esistenza di piccole realtà e particolari che ne fanno la differenza, ma a cui passiamo davanti distrattamente.

Ho percorso la salita che conduce alla Basilica di Monte Berico, poco distante dal centro storico di Vicenza, centinaia, forse migliaia di volte, ma mai avevo notato che nascosto tra gli archi c’è un portone che introduce ad un giardino fiorito.
E’ qui che si trova il San Raffaele, uno storico albergo di Vicenza in una posizione magnifica che abbraccia tutta la città.
Ci arrivo in un grigio sabato mattina di novembre, l’aria è fresca, ma appena varco la soglia dell’hotel una calda atmosfera famigliare mi accoglie assieme al sorriso di Annamaria, una delle signore che lo gestisce. Sono qui per incontrare Lucia, e mentre aspetto che lei arrivi, mi siedo ad osservare l’ambiente: l’arredamento è semplice e discreto, la pulizia e l’ordine perfetti, ogni dettaglio è curato con attenzione. Dalla stanza accanto si sente un allegro vocio, sono le signore delle pulizie che arrivano nella sala bar e prendono il caffè; mi colpisce l’affiatamento e il clima rilassato che c’è, non mi era mai capitato di vedere direttori d’albergo e inservienti prendere un caffè assieme. L’impressione è quella di essere in una grande famiglia.
Arriva Lucia, lavora qui da tredici anni e si vede che ama il suo lavoro e questo posto, quando ne parla le si illuminano gli occhi. Mi racconta la storia dell’albergo, un tempo stazione di posta che ospitava i pellegrini in grandi camerate. Col passare del tempo i pellegrini andarono via via diminuendo e per far fronte alle nuove esigenze si decise di trasformare l’ostello in un hotel, lo stesso che oggi accoglie i turisti che qui trovano un posto tranquillo e intimo, immerso in un meraviglioso paesaggio collinare.

Lucia mi accompagna a vedere le stanze, l’idea è quella di fare un servizio fotografico per il nuovo sito dell’hotel; le camere sono semplici, a volte persino spartane, ma profumano di buono e raccontano tutta la cura e la passione con cui vengono gestite. Quando apriamo i balconi la vista di Vicenza ci si para davanti in tutta la sua bellezza: la collina scende morbida tra prati verdissimi e giù in fondo i tetti si rincorrono in una sinfonia di rossi. Su un altro lato lo scorcio è quello dei portici: li avevo sempre visti solo da davanti, imbiancati di un immacolato intonaco, ma da dietro sono rivestiti di mattoncini che conferiscono un aspetto molto più bucolico, in perfetta sintonia con l’ambiente circostante.

Riscendiamo alla reception e di nuovo a colpirmi è l’atmosfera famigliare, i clienti che vengono salutati per nome, due signore sedute nella hall immerse nella lettura, e qualcuno che indugia nella sala colazione davanti ad un caffè bollente e ad una finestra affacciata sulla città. Il giardino sul retro è un’altra oasi di pace, me lo immagino d’estate con i tavolini che invitano ad una sosta all’ombra ad ammirare il paesaggio e a goderne la quiete. Qui si è lontani dal traffico della città ma vicini a tutto, il centro storico lo si vede in lontananza così come Villa La Rotonda, con le sue perfette geometrie rinascimentali. E basta un breve viaggio in macchina per raggiungere le tante altre Ville Palladiane sparse per la campagna vicentina, e ancora Marostica, Bassano, Verona, Padova…anche Venezia è vicina. E dopo una giornata di turismo culturale si torna qui, nel quieto abbraccio delle colline.

In fondo il San Raffaele è la storia di tante altre piccole realtà italiane, di tutti quegli alberghi, B&B e pensioni gestiti con passione e dedizione, quelli che regalano l’impagabile sensazione di farti sentire a casa anche in viaggio, dove il personale dispensa sorrisi e consigli e ti indirizza verso la trattoria più buona che conoscono, la stessa dove vanno loro. 
Ho sempre desiderato far parte di una realtà così, un posto dove accogliere i viaggiatori e dare loro il calore di una casa, e quando ne incontro uno mi si scalda il cuore; vorrei che strutture simili esistessero per sempre e diventassero sempre più numerose, perché sono proprio queste realtà che fanno del viaggio un’esperienza e lo arricchiscono di emozioni e significato. 
Mi soffermo a parlare con Annamaria, il suo dolce sorriso è come un balsamo che riscalda, chissà quante persone ha accolto e consigliato negli anni di gestione dell’hotel, quante storie potrebbe raccontare. Ma la storia più bella è quella della sua passione, e di chi come lei gestisce con impegno il San Raffaele; è la storia che oggi ho voluto raccontarvi e che spero vorrete condividere se vi capita di passare di qui.
Un’altra sorpresa che Vicenza riserva a chi la visita.