Quando via twitter mi arriva l’invito di Paolo Brunello a partecipare ad un evento presso la loro distilleria accetto subito con piacere: anche se sono completamente estranea al mondo della grappa, l’idea di vedere dal vivo la distillazione mi affascina.

La distilleria si trova a Montegalda, immersa nella campagna a pochi chilometri dal centro di Vicenza, all’interno di un edificio in stile contadino ben ristrutturato che affaccia su un bel cortile. L’atmosfera è familiare e quando arrivo già un piccolo gruppetto ascolta attento mentre uno dei fratelli Brunello spiega come avviene la distillazione. Oggi è un giorno speciale, si distilla la vinaccia di amarone da cui si ottiene una grappa pregiata.

Il locale che ospita l’impianto è piccolo ma molto suggestivo. All’interno l’aria è satura dell’odore dolciastro dell’uva e le caldaiette sono in piena operatività. È questo il cuore pulsante dell’azienda: un vecchio impianto discontinuo completamente in rame, come vuole la tradizione, uno dei pochi alambicchi storici rimasti ancora in funzione, composto da quattro caldaiette e condotto a vapore diretto, a bassa pressione e a bassa temperatura; è qui che nasce l’alchimia tra materia prima, alambicco e temperatura, un equilibrio che solo l’esperienza del mastro distillatore sa rendere perfetto.

La distillazione artigiana è un’arte sottile, fatta di profumi, sapori che si mescolano e mani esperte che sanno intrecciare e combinare ogni singolo elemento; il prezioso distillato, dopo un percorso lungo i tubi di rame tra sbuffi e vapori, zampilla limpido, facendo sembrare semplice un’alchimia complessa e misteriosa.
Ascolto raccontare la storia della distilleria: il capostipite della dinastia è Bortolo Lotto che inizia con un bruso per la produzione di acquavite, un frantoio per olio, e una macina per zolfo. Ha un solo figlio che perde prematuramente. Nel 1905 la fabbrica passa così in eredità alla nuora Maria Marzari e sarà proprio questa donna, testarda e coriacea, a fare la fortuna della distilleria. Tra le prime imprenditrici nel mondo della grappa, affina la tecnica di distillazione appresa dal suocero. Il sapere che proprio una donna ha dato vita a tutto questo mi fa sentire più vicina ad un mondo a me normalmente estraneo. 
Negli anni Ottanta l’ingresso in azienda della quarta generazione, quella odierna, porta nuove idee e tendenze ma la volontà di restare legati alla tradizione rimane immutata. I Fratelli Brunello comprendono che qualsiasi innovazione deve essere subordinata al rispetto di quest’antica arte di cui i distillatori artigiani sono i custodi.
Ecco perché nel momento in cui sono costretti a cambiare l’ alambicco vanno alla ricerca di uno tradizionale trovando un  vecchio impianto discontinuo a caldaiette a bassa pressione e temperatura, scartato da una distilleria passata a produzioni più industriali. 


Ascoltando la spiegazione di Paolo Brunello apprendo che la grappa è un prodotto interamente italiano, per tradizione e per cultura. Vera e propria origine controllata riservata al nostro Paese, la grappa si può denominare tale solo quando si ottiene da vinacce da uve prodotte, vinificate e distillate esclusivamente in Italia. Un sigillo di garanzia che aggiunge valore ad un prodotto unico e irripetibile, legato al territorio e alla sua storia.
Un mestiere antico, alimentato da un sapere frutto di fatica, ricerca, passione e dedizione.

Un tempo integrazione alla dieta semplice della gente contadina, oggi la grappa è divenuta oggetto di interesse da parte di intenditori di tutto il mondo: un’essenza che racchiude nella sua limpidezza il sapere artigiano e l’esperienza tutti italiani che stanno alla base della sua produzione.

Se volete avvicinarvi a questo affascinante mondo, provate l’esperienza di assistere dal vivo alla distillazione tradizionale: un’esperienza visiva, olfattiva e gustativa intensa e un modo per capire meglio un prodotto che parla di tradizioni e maestrie del nostro paese, che realtà come la Distilleria Brunello hanno il merito di coltivare e trasmettere alle nuove generazioni.