Jerez de la Frontera rappresenta l’essenza della cultura andalusa, che si declina in tre elementi: lo sherry, i cavalli e il flamenco.
Anche girando l’Andalusia in lungo e in largo, non troverete nessun’altra città che impersoni l’anima di questa regione come Jerez, dove il profumo di sherry si mischia alle note suadenti di flamenco che aleggiano per le vie del centro.
A dispetto di questa forte connotazione culturale, Jerez non è tra i centri andalusi più famosi e visitati, forse per la vicinanza di Sevilla, che con le sue architetture moresche, conosciute e ammirate in tutto il mondo, attira  l’attenzione. 
Il desiderio di vedere da vicino la culla della cultura andalusa respirandone le essenze e i ritmi mi ha portata ad inserire Jerez nell’itinerario di #rutasdespaña, e col senno di poi vi posso garantire che ne è valsa la pena!

Le origini

La storia di Jerez risale ai tempi dell’occupazione moresca delle terre andaluse, e l’appellativo “de la Frontera” ne indicava la posizione geografica, al limite tra i possedimenti arabi e cristiani. Già all’epoca queste terre erano famose per la produzione di vini dolci. La propensione agli affari degli abitanti trasformò Jerez in un fiorente centro commerciale internazionale e quando i mercanti inglesi arrivano in città, si innamorarono del vino locale. La parola sherry deriva infatti da una distorsione del nome di Jerez da parte degli inglesi.

La zona di produzione dello sherry viene denominata “triangolo dello sherry” e comprende le città di El Puerto de Santa Maria, Sanlucar e Jerez. Il clima secco e l’abbondanza di sole di cui queste terre godono conferiscono all’uva un alto contenuto zuccherino, e sono queste caratteristiche organolettiche e di sapore a rendere unico e inimitabile lo sherry.
Il sodalizio tra Jerez e gli inglesi si ritrova anche nel nome delle tante bodegas (cantine) presenti in città: Sandeman, Williams & Humbert, John Harvey, Gonzalen Byass… un numero impressionante in rapporto all’estensione del territorio e che da un’idea di quale sia l’abbondanza produttiva delle vigne.

Visitare le cantine di sherry

Visitare una bodega è un’esperienza irrinunciabile per chiunque si trovi a Jerez. Ogni cantina offre tour guidati con degustazione, la scelta quindi è vasta; personalmente ho visitato Williams & Humbert, che vanta  il primato di essere una delle cantine più grandi d’Europa.
All’interno, un maestoso soffitto a volte copre file di migliaia di botti poste ad invecchiare nella semioscurità e l’aria è satura del profumo dolciastro del vino. L’impressione è quella di trovarsi in una cattedrale dello sherry!
La visita è condotta con grande professionalità e guide esperte raccontano il processo produttivo dello sherry e ne spiegano le caratteristiche e le differenze tra le varie qualità: fino, amontillado, manzanilla, ad ogni tipo un gusto particolare, da secco a dolce,  per accompagnare ogni piatto.
Anche per chi (come me) non beve vino, la visita è un’occasione interessante per approcciarsi al mondo dello sherry scoprendo i retroscena della produzione di uno dei vini più famosi al mondo ed indubbiamente uno dei prodotti più identificativi d’Andalusia.

I cavalli andalusi

La tradizione dei cavalli a Jerez è legata alla presenza di una vasta comunità gitana che radicò nel territorio l’amore viscerale per gli sport equestri. La Real Escuela Andalusa de Arte Equestre addestra magnifici stalloni, i protagonisti di tanti spettacoli che animano le feste locali durante tutto l’anno. Molte bodegas, come Willimans & Humberts, includono nel tour guidato alla cantina uno spettacolo equestre.

A ritmo di flamenco

Non so voi, ma per me l’Andalusia è flamenco. E il flamenco è Jerez. Se volete iniziare a conoscere questa straordinaria arte gitana, venite a Jerez e visitate il Centro Andaluz del Flamenco, situato all’interno del magnifico Palazzo di Penmartin, uno dei pochi esempi di architettura del basso medioevo della città.
Il centro rappresenta il principale e più importante servizio documentaristico sul flamenco, con migliaia di testi e documenti a disposizione di chiunque voglia approfondire o ricercare informazioni a riguardo.
Oltre ad esposizioni temporanee, il centro ospita una collezione permanente ricca di foto, locandine, vestiti ed oggetti appartenuti alle star passate e presenti del flamenco e testimonianze dei momenti più importanti di quest’arte straordinaria.
Lo scopo del centro non è solo quello di recuperare e preservare documenti ed oggetti storici, ma anche e sopratutto di divulgare, spiegare e promuovere i valori del flamenco, che rappresenta una straordinaria forma di espressione artistica e musicale del popolo andaluso.
Chiedete una visita guidata al personale del centro, sarà un’occasione unica per approcciarsi al flamenco e capire così di più la terra a cui è legato.

Il centro di Jerez

Il centro storico di Jerez riflette le diverse dominazioni che si succedettero alla guida della città. A tratti cristiana a tratti araba, Jerez ha fatto del miscuglio di culture e stili il suo elemento caratterizzante. Magnifici ed eleganti palazzi un tempo residenza di ricchi mercanti fanno bella mostra di sé affacciati su piazze orlate di palme e fiori, che creano un’atmosfera profondamente andalusa, la stessa che si ritrova nei piatti, sempre accompagnati dall’immancabile sherry. 
A Jerez ci sono anche molte chiese dove dettagli moreschi si fondono allo stile romanico e barocco. La Cattedrale di San Salvador, risalente al XVII secolo, è un’enorme edificio che esibisce anche tratti di architettura neoclassica.
L’Iglesia de San Miguel è un trionfo di marmi bianchi decorati come pizzi ed è affiancata da un maestoso campanile rivestito di azulejos bianchi e blu, nel classico stile andaluso.
Le vie del centro sono animate di bar e ristoranti che servono le specialità locali accompagnate da un buon bicchiere di sherry e dalle note degli spettacoli di flamenco che in estate hanno come palcoscenico le piazze del casco viejo.