Gli amici de Il Noceto ci portano alla scoperta di un altro meraviglioso borgo immerso nei colli romani e ci propongono un itinerario per scoprirlo ed apprezzarlo al meglio.

Castel San Pietro Romano è un piccolo gioiello urbano incastonato sulla cima del Monte Ginestro che racchiude tra le sue strade e i suoi suggestivi scorci una storia di oltre duemila anni. L’itinerario Akropolis è un percorso che va alla scoperta dei luoghi più belli del Comune montano, immersi in un suggestivo contesto paesaggistico e monumentale, dominato dalla Rocca dei Principi Colonna e dalle possenti mura poligonali che cingono ancora il paese, ultimo anello di un sistema difensivo che raggiunge l’abitato sottostante di Palestrina (antica Praeneste) e che rivendica un passato comune tra i due siti, l’uno ai piedi l’altro in cima al monte. Un territorio, quello di Castel San Pietro Romano, attraversato da grandi e controversi personaggi della storia. 

La tradizione pone San Pietro predicatore su questi monti. Jacopone da Todi qui trascorse i suoi ultimi anni imprigionato da papa Bonifacio VIII nella Rocca dei Colonna. Insieme con i grandi artisti del Seicento e del Settecento romano, come Pietro Berrettini da Cortona, Domenico Castelli e Nicola Michetti, che qui operarono impreziosendo la città artisticamente e architettonicamente.
L’area in cima al monte infatti instaurò, nell’antichità, profondi rapporti con l’abitato di Praeneste (Palestrina). Sebbene la frequentazione del sito sia cominciata fin da epoca protostorica (XV-IX secolo a.C.), solo verso la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C. l’area divenne sede a tutti gli effetti dell’arx prenestina – l’acropoli dell’antica città latina – accogliendo lo svolgimento dei riti legati alle pratiche dell’augurium e dell’auspicium. La natura sacra del luogo fu ribadita anche attraverso un culto stabile offerto a Iuppiter Arcanus, come suggerisce la documentazione epigrafica (le iscrizioni).
Testimonianza evidente di questo periodo sono le imponenti mura poligonali che cingono il sito in cima al monte, che si legano a quelle dell’abitato di Palestrina, un unico circuito difensivo lungo circa quattro chilometri e mezzo. In epoca altomedievale, con la costruzione di una chiesa e di un piccolo monastero, si affermò il culto di San Pietro apostolo. La natura strategico-militare del monte non fu abbandonata, tanto che la famiglia Colonna vi edificò un castrum, la Rocca, con funzioni difensive e di avvistamento. La nuova dimensione del luogo promosse così nel tempo anche una trasformazione nella denominazione del sito: da arx a castrum, da Castrum Sancti Petri a Castrum Montis Prenestini, fino al moderno Monte San Pietro e al nome attuale.
PORTA SAN CESAREO
Porta di ingresso, da oriente, alla città di Palestrina. Dava accesso al vicino quartiere degli Scacciati e al sentiero della Costa che conduceva a Monte San Pietro. Rimase in funzione, insieme con la limitrofa chiesa di San Cesareo oggi scomparsa, fino al XVI secolo.
LA GROTTA RUMICE
Dai Dialoghi di San Gregorio Magno (590-604 d.C.) sappiamo che fu il ritiro spirituale di Santa Irundine, che qui visse come eremita tra il 560 e il 570 d.C. Ebbe come discepole Santa Redenta e Santa Romola. Per le sue caratteristiche la grotta potrebbe essere stata utilizzata anche in epoca protostorica.
L’ANELLO DI MURA POLIGONALI
Era un circuito difensivo che cingeva l’acropoli collegandola all’antica Praeneste attraverso lunghi bracci. I poligoni (blocchi) di calcare erano cavati in prossimità dei punti in cui erano messi in opera attraverso un sistema di terrapieni che permetteva lo spostamento dei massi di enormi dimensioni.
CHIESA DI SAN PIETRO
Fu trasformata dalla famiglia Barberini agli inizi del Seicento, che distrusse l’antico complesso monastico benedettino altomedievale. Alla metà del Settecento un nuovo restauro fu intrapreso da Stefano Mocci su progetto di Nicola Michetti. La pala d’altare (Cristo consegna il gregge a San Pietro, 1633) è opera di Giacinto Gimignani, allievo di Pietro da Cortona (1596-1669). Splendide le due are d’epoca romana riusate come acquasantiere all’ingresso della chiesa.
PALAZZO MOCCI
Il palazzo fu edificato fra il 1730 e il 1740 da Stefano Mocci, Protonotaio della Camera Apostolica, membro ecclesiastico della famiglia più importante dell’epoca. I lavori furono commissionati a Nicola Michetti (1677-1754), che realizzò un palazzo sulla piazza principale della città seguendo i gusti e i dettami architettonici in voga a Roma in quell’epoca. Ospita il Museo Multimediale della città.
ROCCA DEI COLONNA
Fortezza, castrum, presidio strategico militare della famiglia Colonna, signora di queste terre dal 1092 al 1630. Per le sue qualità strategiche, accentuate dalla posizione ai limiti del dirupo, fu l’estremo baluardo difensivo nelle lotte intraprese dalla famiglia contro il papato. Fu per questo più volte distrutta insieme con la città e Palestrina, l’ultima volta nel 1436-37, perdendo così la sua funzione strategico-militare.
CHIESA DELLA BEATA MARGHERITA COLONNA
La chiesa attuale risale al 1682, edificata nell’area in cui era già presente un’antica chiesa con annesso un piccolo monastero, entrambi edificati dalla Beata Margherita Colonna alla fine del 1200.

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