
La più grande città delle Fiandre espone nei suoi musei un mix di storia e avanguardia, in un continuo scambio tra eredità passata e tensione al futuro. Da centro dei commerci nel Cinquecento, ancora oggi la città è un polo industriale e manifatturiero importante, grazie alla produzione dei diamanti, di cui detiene lo scettro di maggiore produttrice al mondo, a capitale della moda e centro delle nuove tendenze di design.
Non sorprende come la città abbia funzionato sin dal Cinquecento da calamita per artisti e intellettuali, attirati dal fermento di idee che vi circolavano e dalla possibilità di sperimentare nuovi stili senza avere il timore di essere rifiutati o giudicati.
Che siate amanti dell’arte fiamminga, appassionati di arte moderna, di design, di vestiti d’haute couture o alla ricerca di ispirazioni per le vostre creazioni, siete nel posto giusto, perché Anversa è la città delle idee.
E non c’è modo migliore per cercarle e capirle che visitare i suoi tanti musei.
Rubens scelse Anversa come sua dimora attirato anch’egli dalla fervente attività culturale ed artistica. Acquistò questa elegante dimora fiamminga nel 1611 e vi risiedette fino alla sua morte avvenuta nel 1640.
Qui il maestro visse con la sua famiglia e produsse le sue opere maggiori. La visita alla casa è un’occasione straordinaria per entrare nell’intimità della vita del maestro, capirne le abitudini e immaginarlo aggirarsi per le eleganti stanze ancora ammobiliate con pezzi del XVII secolo. La casa non era solo dimora e studio del pittore ma anche luogo di incontro di letterati e artisti oltre che di ricchi mercanti, nobili e diplomatici, i committenti del maestro, che qui venivano a controllare lo stato delle opere. Oltre alle tele di Rubens, sono esposti anche dipinti dei suoi allievi tra cui lo stesso Anthony Van Dyck.
Rubens acquistò la casa nel 1611 dopo otto anni di soggiorno in Italia, periodo in cui ebbe modo di assorbire i canoni dell’architettura italiana e farli propri, trasferendoli poi nel progetto di ristrutturazione della dimora che riprende lo stile dei grandi palazzi genovesi.
Particolarmente bello è il giardino situato nel cortile interno, adorno di piante e pensiline in ferro battuto, con il monumentale portico.
Rockoxhius
Una dimora del XVII secolo di Nicola Rockox Il Giovane che l’acquistò nel 1603 convertendola in una lussuosa abitazione patrizia. La visita è un tuffo nelle atmosfere aristocratiche dell’epoca, eleganti stanze dove sono esposti mobili originali dell’epoca e preziosi dipinti di Rubens, Van Dick, Jordaens ed altri maestri fiamminghi.
Mo-mu – Museo della Moda
Nella capitale della moda non poteva certo mancare questo museo! L’esposizione è situata all’interno del Modenatie, un complesso che ospita oltre al museo, il Flanders Fashion Institute e l’Accademia Reale delle Belle Arti.
Uno spazio espositivo in continua evoluzione che viene rinnovato ogni sei mesi.
Um must per i fashion-addicted!
Con la sua architettura di grande impatto che si specchia sulla Schelda, il MAS fa parte dei piano di rivalorizzazione del quartiere portuale, ai limiti settentrionali della città; non a caso il bar del museo è già divenuto polo di attrazione e incontro tra i giovani.
La struttura si presenta come un’enorme torre di arenaria rossa e vetro che evoca un portacontainer, un concetto che crea un filo conduttore con il passato del luogo; questo quartiere, detto dell’isoletta, era un tempo il cuore del porto industriale, una zona di bassifondi con depositi sporchi, gru enormi e bar malfamati frequentati da marinai. Oggi tutto questo ha lasciato spazio a bar di tendenza, aree pedonali e un porto turistico, e il MAS si erge a simbolo di questa rinascita.
Lo stesso contenuto del museo lo lega al passato, dal momento che l’esposizione illustra la storia della città.
Museo Platin Moretus

La casa si trova in pieno centro storico a pochi minuti a piedi del Grote Markt.
Inaugurato a settembre 2013, il museo è allestito all’interno degli storici magazzini della Red Star Line, la compagnia di navigazione che tra fine ottocento e i primi del novecento trasportò oltre due milioni di migranti dalla vecchia europa al nuovo mondo, Canada e sopratutto Stati Uniti.
Il museo racconta con grande garbo e delicatezza la storia di alcuni di questi migranti, attraverso foto, testimonianze ed interviste ai loro discendenti. Un percorso emozionte e toccante nella vita di questa gente che con il loro coraggio, la forza della disperazione e della speranza lasciarono una vita di miseria alla spalle per un mondo di cui non sapevano nulla. Un’esperienza per me forte e coinvolgente che vi racconterò presto nei dettagli.