Porto non seduce al primo sguardo come Lisbona, il suo fascino lo rivela poco a poco, a squarci, come quando la nebbia sottile che sale dall’oceano si dirada e il sole illumina le splendide facciate di azulejos.
Porto, od O Porto in portoghese, è il rovescio della medaglia di Lisbona: quanto la seconda è bianca, fiorita, mediterranea e si sviluppa in orizzontale, tanto la prima è verticale, austera, grigia e di temperamento nordeuropeo. Una diversità che rispecchia una differente vocazione. C’è un detto popolare portoghese che recita “Coimbra canta, Brega prega, Lisbona si vanta e Porto lavora”, il che la dice lunga sull’anima commerciale di Porto, laboriosa ed attiva.
Porto è una città di contrasti che saltano subito all’occhio quando la si visita: da una parte il commercio che ne fa il polo economico più ricco del paese, dall’altra una povertà diffusa che si vede nei quartieri vecchi, con case malconce che creano un brusco stacco dai palazzi barocchi del centro.
Porto ha bisogno di un po’ di tempo per essere capita, molti la visitano di fretta e se ne vanno prima di averle dato modo di mostrare la sua intima bellezza, quella che si fa strada tra il grigiore diffuso e strati di granito, nebbia e salsedine.
Il cuore di Porto
Il monumento più famoso è la Torre dos Clérigos alta oltre 70 mt, punto di riferimento per le navi che nel Settecento imboccavano l’estuario del Douro fino alla città. Si possono risalire i 225 gradini che portano in cima per godere di una vista mozzafiato e ritrovarsi tutta la città e la costa ai propri piedi. La torre fu costruita nel 1763 ed ed è il campanile dell’omonima chiesa, da cui è però staccata di qualche metro, gioiello barocco con una facciata riccamente decorata.
Proprio dalla torre scende ripida la via più animata di Porto, rua dos Clérigos, che termina nella centralissima Plaça do Libertade, grandiosa e fiorita, delimitata a nord dal Palazzo del Municipio.
I più belli azulejos della città si possono ammirare nell’atrio della vicina Stazione Centrale (Estaçao de Sao Bento), edificio dei primi del ‘900 che sorge sul luogo di un antico convento. Gli azulejos rappresentano scene di vita popolare, la storia dei trasporti pubblici prima dell’avvento della ferrovia e altri importanti avvenimenti del passato.
Alle spalle della stazione si trova rua Santa Catarina, isola pedonale con le più belle boutique e negozi. Di fronte alla stazione diparte invece rua das Flores, fiancheggiata da palazzi barocchi (i nr 20 ed 81 sono tra i più belli) e da negozi di oreficeria, argenteria, botteghe alimentari e di tessuti, molte delle quali hanno conservato i mobili originali d’epoca. Proseguendo su rua das Flores si giunge a rua de Belo Monte, costellata di case a balconi con i muri decorati di azulejos.
Per vedere la chicca più preziosa di Porto bisogna scendere verso il fiume fino a Praça Infante dove sorge il Palacio da Bolsa. Proprio dietro al palazzo si apre una piazzetta terrazzata su cui affaccia la Igreja Sao Francisco a cui si accede attraverso una scalinata. La chiesa risale al 1233 ed all’esterno mostra una facciata in cui si incontrano elementi romanici e gotici, questi ultimi aggiunti in seguito al rifacimento del XIV secolo. Ma la vera sorpresa è all’interno, un eclatante esempio di barocco: un trionfo di decori in legno dorato che coprono completamente la struttura di sostegno. Il pezzo più bello è l’albero di Iesse ovvero l’albero genealogico di Cristo.
Altro angolo suggestivo è la Cais da Ribeira lungo il fiume: case alte e strette hanno la caratteristica di svilupparsi in profondità anziché in larghezza; se buttate lo sguardo dietro ad una delle porte aperte vedrete aprirsi un susseguirsi di corridoi che si inoltrano in profondità, con l’unica luce che arriva dalle finestre sulla facciata.
Il Terreiro da Sè
Lasciato il centro, un itinerario tutto in salita lungo ripide scalinate conduce al Terreiro da Sé dove si trovano la cattedrale, il palazzo episcopale e la Igreja dos Grilos.
La cattedrale fortezza è uno dei primi monumenti romanici del Portogallo ma in essa coesistono anche stile gotico e barocco essendo stata rimaneggiata nel ‘600 e ‘700. Decisamente barocco l’interno con un pregevole altare maggiore in legno dorato. Il chiosco trecentesco è altrettanto interessante, decorato con azulejos che narrano episodi delle Metamorfosi di Ovidio e del Cantico dei Cantici.
Dalla terrazza su cui affaccia la cattedrale si gode di una magnifica vista sui tetti di Porto fin giù al fiume.
Nella via del ritorno verso il centro merita una visita la Igreja da Santa Chiara, gotica ma con vistosi rimaneggiamenti rinascimentali e barocchi
La case di Porto a di là del fiume
I rabelos, le antiche imbarcazioni tradizionali |
Attraversando il ponte Dom Luis I si giunge alla zona divenuta capitale indiscussa del vinho do Porto, Vila Nova de Gaia. E’ qui che viene raccolto il vino novello, prodotto in tutta la valle del Douro. Un tempo il trasporto si faceva esclusivamente via fiume con battelli dalla foggia antica, i rabelos, ancora oggi ancorati alla riva ma solo a scopo pubblicitario. Oramai le botti arrivano con i treni, metodo assai più pratico e veloce.
A Villa Nova ci sono oltre sessanta cantine di invecchiamento e altrettanti magazzini di deposito, tutti allineati lungo il corso del Douro. Tutto il vihno do Porto si vinifica qui e viene controllato rigorosamente dall‘Instituto do vihno e da altri organi ufficiali che ne garantiscono l’autenticità e la qualità.
Le cantine offrono visite guidate, un’occasione imperdibile per immergersi nella tradizione e nella cultura di un prodotto che racchiude molto dell’anima portoghese e della sua città d’origine.