Conoscere le abitudini di un popolo è uno degli scopi del viaggio, l’elemento che lo rende non solo un piacere ma anche un momento di crescita.
Il Medio Oriente in particolare ha una cultura ricca di tradizioni e cerimoniali antichi, che sopravvivono immutati da secoli e che ancora oggi sono profondamente radicati nella vita quotidiana.
La negoziazione nel mondo arabo
Internet ha abbattuto per sempre le barriere geografiche fra i popoli rendendo ancora più indispensabile conoscere a fondo realtà culturali differenti dalla nostra. Sopratutto per chi ricopre incarichi manageriali è importante saper relazionarsi con la controparte nel pieno rispetto delle differenti tradizioni sociali. Ciò è particolarmente importante quando ci si confronta con l’abitudine alla negoziazione nel mondo arabo, nella quale si utilizzano regole radicate e affascinanti per gestire la trattativa.
Per capire e conoscere al meglio questo singolare aspetto della cultura araba sarebbe consigliabile frequentare un corso professionale in tecniche di negoziazione, così da arrivare perfettamente preparati all’evento, ma può comunque tornare molto utile conoscere alcune storie e leggende antiche che spiegano il delicato meccanismo e la filosofia che stanno alla base dell’arte della negoziazione araba. Una di queste è l’enigma dei 17 cammelli.
L’eredità dei 17 cammelli
La celebre storia, risalente al XIII secolo, è ambientata a Baghad e ha per protagonisti tre fratelli, divisi dalla difficoltà di dividere l’eredità paterna costituita da 17 cammelli. La storia narra che prima di morire l’anziano padre lasciò precise istruzioni su come suddividere gli animali oggetto dell’eredità: la metà dei cammelli doveva andare al figlio primogenito, un terzo spettava al secondogenito ed un nono al terzogenito. Dal momento che il 17 è un numero primo e dunque indivisibile sia per 2, che per 3 o 9, iniziarono dispute e contese tra i tre eredi. Le discussioni continuarono senza soluzione fino a quando giunse in città il quarto protagonista della storia, Beremiz Samir, che decise di regalare il suo cammello per risolvere la disputa.
Con 18 cammelli, infatti, si riuscì finalmente a procedere nella divisione : al primogenito andarono 9 cammelli, al secondogenito 6 ed al figlio più giovane ne rimasero 2. Il cammello rimanente venne così restituito nuovamente a Beremiz. Aggiungendo un cammello, Beremiz non fece altro che offrire ai fratelli un punto di vista differente: in sostanza rese il sistema osservabile.
Saper guardare le cose da un’altra prospettiva
La storia dei cammelli risulta ancora attuale nel suo insegnamento filosofico e nelle chiavi di lettura che offre. Essa ci dimostra che per portare a termine una trattativa efficace, soprattutto con i popoli del Medio Oriente, bisogna fermarsi e osservare la situazione da una prospettiva diversa.
Un approccio che non vale solo per la negoziazione commerciale ma anche come insegnamento di vita!
Articolo scritto in collaborazione con Professione:MANAGER, la scuola di Business Management creata da The European House – Ambrosetti per i professionisti del settore.