È bello tornare a Singapore dopo tre anni e riscoprirla ancora più adrenalinica e moderna di come la ricordavo. Una città che non dorme mai e che continua a cambiare, ad evolversi sempre più verso una metropoli futuristica. Per certi versi mi ricorda le grandi città giapponesi, così pulita, ordinata e organizzata, ma a differenza del Giappone qui non ci si sente mai straniero ma parte di quel melting pot di culture ed etnie che è la cifra distintiva di Singapore. Anche la lingua aiuta, perché anche se si è in oriente, qui tutto e’ scritto in inglese, cartelli, indirizzi, menù, e tutti parlano inglese : e’ nella lingua , ma non solo , che rimane ancora oggi vivo e tangibile il segno profondo lasciato dalla dominazione inglese.

Mi avviò così a scoprire e riscoprire tutti i volti di Singapore , quello più occidentale di grandi mall, di edifici moderni e avveniristici progettati da menti fantasiose e geniali, a quello più asiatico, fatto di templi indù e variopinti quartieri cinesi traboccanti di bancarelle fumanti e negozi stipati di ogni merce.
A presto con nuovi racconti su Singapore!