Di tutte le città imperiali, Fez è certamente la più marcatamente marocchina, la capitale artigianale e culturale del paese.Vera, autentica, saggia, la tradizione di Fez sopravvive nel suo labirintico souk, rimasto immutato nei secoli: una danza di colori e odori dove i protagonisti sono conciatori, ramai, fabbri, tessitori, personaggi estinti nel nostro mondo e che qui compongono un mosaico incredibilmente variopinto e animato. Nell’inoltrarsi nella sua Medina, la più grande del Marocco e talmente straordinaria da essere stata dichiarata Patrimonio dell’Unesco, un caleidoscopio di immagini e odori colpiscono e rapiscono i sensi introducendo il visitatore in un mondo parallelo,

magico e misterioso, dove si incontrano personaggi bizzarri, vecchi mendicanti, galline al guinzaglio, carretti stipati all’inverosimile trainati da stanchi muli. Il dedalo di viuzze sembra inghiottire il visitatore, attirandolo nel suo labirinto tentacolare: impossibile ritrovare la strada o seguire un itinerario prefissato, l’unico modo è lasciarsi andare e farsi trasportare dai sensi, osservando la vita che scorre davanti, frenetica e animata. Tantissimi i luoghi da ammirare, le preziose moschee e i palazzi intarsiati con motivi arabeggianti.

Fez è anche la  culla del sapere del Marocco, e le sue magnifiche medersa, le scuole dove si insegnano il Corano e tutte le materie classiche, ne sono il simbolo più prestigioso. Solitamente sono organizzate attorno ad un cortile centrale impreziosito da una fontana con tutt’attorno arcate decorate dove si tengono i corsi.
La città è anche sede di quella che è considerata l’università più antica del mondo, fondata a metà del IX secolo e situata all’interno della moschea Karaoulyine.
Assolutamente da non perdere il souk dei tintori, dove i mastri artigiani, chini sulle vasche delle tinture, intingono e colorano le pelli. Visti dall’altro, i cerchi colorati delle vasche creano un piacevole contrasto con il colore uniforme della città, uno spettacolo incredibilmente affascinante, un angolo di mondo dove il tempo sembra essersi cristallizzato restando ancorato ad antichi mestieri oggi scomparsi.

I colori delle tintorie si mescolano agli odori acri che salgono dai bagni della concia, talmente forti e a tratti nauseabondi da rendere difficile sopportarli se non muniti del rametto di menta consegnato ai visitatori per ingannare l’olfatto. Un’esperienza forte, che può mettere a dura prova i sensi non abituati dei turisti, ma che merita essere fatta per vedere il Marocco autentico, quello legato alle sue tradizioni più antiche e ai mestieri fatti a mano 

Anche Fes, come altre città imperiali, è inserita in un paesaggio da cartolina: bastano pochi chilometri per allontanarsi dal caos cittadino e ritrovarsi immersi nella pace di foreste e valli ornate di ulivi, con sullo sfondo il profilo delle montagne del Medio Atlante, un paesaggio che suggerisce pace e tranquillità
Ma a mio parere la parte più affascinante di Fez rimane la sua labirintica, ipnotica, caotica medina, e immergersi nel suo groviglio è l’unico modo per scoprire e capire davvero la città, e con essa il Marocco più vero.