Kota Kinabalu sta al Borneo come Kuala Lumpur sta alla Malesia. La capitale del Sabah è la città più moderna e cosmopolita di tutto il Borneo malese, fatta di grandi vie di comunicazione, moderni edifici e centri commerciali ad ogni angolo. Pur non potendo vantare gli eleganti mall di KL, è comunque una città proiettata verso il futuro che tenta di tirarsi a lucido e dare una nuova accattivante immagine di sé con sfavillanti edifici di vetro e acciaio. Ma il processo di restyling non è che all’inizio e la città ha ancora un marcata impronta asiatica, proprio quella che colpisce al primo impatto: vicoli sudici stipati di negozi cinesi che propinano merce di dubbia provenienza, tavole calde fumanti di noddles dal mobilio logoro, mercati dove le norme igieniche sono ben lontane dal nostro standard.
Per i viaggiatori poco avvezzi al mondo asiatico, l’impatto con KK, come la chiamano i locali, può essere forte e alquanto scioccante. Ma è proprio in questo universo fatto di un’umanità e di modi di vita distanti dai nostri che si può fare l’esperienza del vero sud est asiatico, brulicante di vita ed attività.
Il posto più caratteristico è il fantastico mercato notturno : se non siete mai stati in un mercato asiatico, questo è il posto giusto. All’ombra dell’imponente Meridien, che coccola la clientela europea con il lusso più sfarzoso, ogni sera va in scena un teatro all’aperto dove i commedianti sono i venditori ambulanti che decantano a gran voce la loro merce: verdura di ogni sorta, qualità di frutta esotica sconosciuta in occidente, pesce fresco, carne, uova …. non manca niente.
Le bancarelle sono organizzate in sezioni a seconda del genere alimentare; quelle del pesce e della carne sono le più caratteristiche: rivoli d’acqua mista al sangue del pesce tagliato sul posto scorrono sotto ai piedi di clienti e turisti. Passare qui è come entrare in un girone dantesco, un guazzabuglio di voci e odori forti che riempiono le narici.
All’imbrunire parte della piazza diventa un’immensa sala da pranzo dove i commensali degustano il pesce cucinato al momento sulle braci accese. Le lunghe tavolate ospitano la gente locale che mangia con estrema destrezza crostacei e pesci enormi armati solo di bastoncini e mani nude, mentre accanto i turisti europei, attirati qui dall’autenticità del posto, si approcciano al cibo con titubanza, cercando di capire come funzionano le ordinazioni. Niente di più semplice: basta indicare il pesce desiderato e attendere al tavolo che venga servito!
Se da una parte la faccia asiatica di KK è forte e dominante, rimangono comunque degli angoli della città dove improvvisamente ci si sente trasportati nell’Inghilterra di fine Ottocento. Prima che la guerra radesse al suolo la città, il suo nome era Jesselton Town ed era il luogo di soggiorno dei coloni inglesi. A raccontare questa passata contaminazione europea è lo storico Jesselton Hotel, le cui eleganti facciate bianche affacciano su Java Street, un tempo Bond Street, oggi cuore della città.Le stanze, anche se dal il mobilio un po’ vecchiotto, sono perfettamente tenute e l’uscere vestito con il completo camicia e shorts bianchi in perfetto stile english jungle fa molto colono di fine Ottocento!
Un altro bel posto dove passeggiare è la zona fronte mare con una passerella in legno affacciata sul porto e sulle isole di fronte. La zona è piena di ristoranti e pubs molto accoglienti per turisti ma i prezzi sono davvero gonfiati a dismisura rispetto al resto della città: sconsiglio di mangiare qui, ma il posto merita una visita per una passeggiata all’imbrunire per vedere il tramonto o guardare le barche dei pescatori rientrare al porto.
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