Fabiana, inviata speciale di Viaggiolibera per #pasubioww1, ci racconta le emozioni e la commozione nel ripercorrere i luoghi che furono teatro della Grande Guerra. 
Correva l’anno 1914 e l’Italia, come tanti altri paesi, è stata protagonista del primo, lungo e devastante conflitto mondiale. 
Al di là della passione per la storia di ciascuno, non si possono  ignorare gli effetti che ancora oggi la Grande Guerra ha sul territorio  italiano. Trincee, musei, forti, racconti che si tramandano, pezzi di  una storia che sembra farsi scoprire un po’ alla volta come a voler  mantenere viva la memoria in ognuno di noi. Come a volerci dire: “Non  dimenticare. Non chiudere gli occhi. Ascolta la storia e intrecciala al  tuo presente”. 
Un passato che è ancora vivo nei luoghi e negli abitanti della Vallarsa.  Questa splendida valle a ridosso del Monte Pasubio e del Monte Zugna,  teatro chiave della Grande Guerra. Un territorio che ha avuto il luogo  da protagonista, non voluto, non desiderato. Senza possibilità di  scegliere, di difendersi, di nascondersi. E quello che stanno facendo  gli abitanti di questa zona è ricostruire il palcoscenico, accendere le  luci, scorrere con le dita i luoghi del sacrificio, del sangue, del  dolore dei loro avi. Un percorso difficile da rivivere. A tratti  talmente doloroso da doversi fermare a prender fiato, a pensare di  cedere, di rinunciare.
Ed ecco che a poco a poco prende nuovamente forma la Grande Guerra, resa  viva dai racconti, dagli aneddoti, dai segreti che gli abitanti della  Vallarsa si portano dentro da generazioni e sono pronti a condividere.  In occasione del centenario della Grande Guerra, la Vallarsa, con la  collaborazione di tutti i comuni presenti sul territorio sta  organizzando una serie di eventi e manifestazioni. Per rivivere e  raccontare. I volontari dell’Associazione Pasubio 100 anni si sono messi  al lavoro per ripristinare i 12 sentieri lungo le trincee, organizzare  visite guidate, scoprire i forti (il forte Pozzacchio è noto per la sua  costruzione all’avanguardia per l’epoca), condividere i racconti  ricevuti in eredità dagli antenati. Racconti cruenti, intensi, reali. Da  come vivevano gli uomini al fronte, cosa mangiavano, come si lavavano,  alle emozioni che provavano, alla paura, alla morte che si intrecciava  in ogni respiro. 
Ho percorso questi luoghi accogliendo la gravità e la maestosità della  storia. Sentendo il dolore e il cuore spezzarsi vedendo le immagini,  ascoltando le storie, sfiorando i resti. Un’emozione resa ancora più  intensa sentendo cantare il Coro Pasubio e la Campana dei Caduti a  Rovereto. I suoi 100 rintocchi risuonano tutte le sere alle 21.30 (in  inverno alle 20.30). Ogni rintocco un brivido, un significato. Ma la Vallarsa non è solo questo. E’ un incontro di anime, di cibo, di  energia, di passione. Ogni abitante è fiero ed orgoglioso di farne  parte. Ed è di questo amore incondizionato che mi sono innamorata. Un  amore per la propria terra difficile da trovare. 
I sentieri della Grande Guerra rappresentano un percorso difficile ed  impegnativo. Un percorso che tutti dovrebbero fare. Per conoscere, per  apprezzare il presente, per imparare ad amare la vita e ad amarsi. Per  non chiudere gli occhi. Per non dimenticare.
Per tutte le informazioni sugli eventi e sulle visite guidate consultare:
e per godersi un po’ di buon cibo e un’ottima accoglienza:
http://www.malgazocchi.altervista.org/


