Quando ho detto ai miei amici che andavo a Biella tutti a chiedermi ” E che ci vai a fare a Biella?”
 Se me l’avessero detto poco più di un mese fa devo dire che io stessa mi sarei sorpresa di trovarmi a passare un week end in quel di Biella, città che anch’io conoscevo solo come polo dell’industria tessile, concorrente di Valdagno che ho qui a pochi chilometri di distanza.

E invece devo dire che Biella si è difesa bene, e la piccola cittadina di provincia dall’aria timida ci ha piano piano svelato le sue bellezze artistiche ed architettoniche, anche grazie all’aiuto dei tanti amici biellesi che si sono uniti a Gian e Lele di Sphimm’s Trip mostrandoci con orgoglio che la loro Biella può essere anche una piacevole meta turistica.
A tutti gli scettici e curiosi consiglio quindi di leggere questo post,ì: rimarrete sorpresi, come mi sono sorpresa io, di quante bellezze riserva Biella!


La prima cosa che mi ha colpito è  il fatto che la città sia divisa in parte bassa e parte alta, e già questo a me piace; ho un debole per le città “a due piani”, mi danno l’idea di avere un qualcosa in più, una specie di via di fuga dove andare quando si è stanchi del traffico del centro basso.

E la cosa che mi ha fatto ancora più piacere è scoprire che a collegare Biella Piano con la parte alta, chiamata Biella Piazzo, è una bellissima funicolare risalente al 1885: prima che l’impianto venisse elettrificato, le carrozze erano mosse da un ingegnoso meccanismo di contrappesi ad acqua; dalla stazione in alto si gode di una meravigliosa vista su tutta la città e le montagne circostanti.
Come ci spiega la preparatissima Elena Serrani, guida turistica ufficiale del Biellese, mentre il Ricetto di Candelo fu costruito per volontà del popolo, il Piazzo di Biella fu costruito nel 1160 per volontà di Uguccione, l’allora vescovo di Vercelli, che concesse privilegi e franchigie a coloro che lo abitavano, trasformando il borgo in una specie di feudo ligio al potere vescovile. Il Piazzo serviva anche da difesa ai vescovi quando nella vicina Vercelli predominavano i Ghibellini, favorevoli all’impero, in contrasto con Biella che invece era Guelfa. Il potere temporale della chiesa a Biella ebbe termine nel 1377 quando con una rivolta la città imprigionò il vescovo e si sottomise ai Savoia.
Le facciate dei palazzi che si affacciano sulla via principale testimoniano il passato illustre del borgo e donano ancora oggi un aspetto signorile a tutto l’insieme. Oltre l’imponente Porta della Torrazzo un magnifico ponte permette di ammirare il paesaggio dei monti Oropa e Graglia.
Incamminandosi verso il cuore del Piazzo si arriva ad una splendida piazzetta su cui si affaccia Casa Vialardi, con finestre orlate da eleganti terrecotte, ed un’abitazione più popolare in tipico stile bretone, a ricordare l’influenza esercitata nei secoli dalla vicina Francia.
La piazzetta è veramente deliziosa e si affaccia su un belvedere che mostra tutte le colline circostanti. Peccato, e lo dico con spirito costruttivo, per le tante, troppe auto parcheggiate ovunque, che deturpano l’insieme ed impediscono di godere della bellezza del borgo, che ha degli scorci veramente notevoli. Credo che questo angolo di medioevo dovrebbe essere reso pedonale: ne deriverebbe un sicuro vantaggio per il turismo e tutta la città. I patrimoni architettonici ereditati dal passato sono quanto di più prezioso abbiamo in italia, sono il nostro tesoro, e credo sia doveroso, oltre che vantaggioso, valorizzarli al meglio!

Ci incamminiamo lungo dei bei portici ammirando le decorazioni in cotto di molte facciate: sono degli elementi decorativi di influsso lombardo che vivacizzano e impreziosiscono molti palazzi e che ritroveremo anche in altri edifici in piano. La Piazza centrale, contornata da splendidi palazzi, è dominata dal cinquecentesco Palazzo Cisterna.
In un angolino della piazza sorge la Chiesa di San Giacomo, risalente al 1180,il più antico edificio del Piazzo. All’interno è conservata una bellissima pala ritraente la Madonna con Bambino: la grazia e la dolcezza che traspare dal viso della Madonna valgono da sole una visita della chiesa.
Ultima tappa del Piazzo è l’Ostello della Gioventù la cui sede è un ex prigione oggi perfettamente ristrutturata e pronta ad accogliere i giovani con camere ampie e luminose, ed un bel patio centrale.
Scendiamo a Biella Piano attraverso una delle coste, le vie che nel medioevo fungevano da collegamento tra la città alta e quella bassa. Un sentiero molto suggestivo che offre interessanti spunti fotografici grazie alle alte mura di sassi ed al selciato acciottolato.

Anche Biella Piano riserva alcune piacevoli sorprese, come il cinquecentesco Chiostro di San Sebastiano, circondato da edifici con le tipiche decorazioni in cotto, oggi sede del Museo Del Territorio che espone interessanti collezioni tra cui materiali cartografici sulla storia e l’evoluzione di Biella. Per finire il Battistero di San Giovanni Battista, risalente al XI secolo, costruito in ciottoli e laterizio è uno splendido esempio di architettura romanica, altro notevole scorcio medievale che Biella riserva.
E dopo tanta arte, perché non una sosta golosa in una delle gelaterie del centro. Consiglio Alice Dolce e Gelato, che produce gelati naturali con l’uso di prodotti a Km 0, una scelta che fa bene all’ambiente, oltre che alla gola!
Allora vi ho convinti? Avete visto quante cose interessanti? Che aspettate, andate a Biella!
Dove alloggiare
L’Hotel Michelangelo, in Piazza Adua, offre stanze ampie e confortevoli a pochi minuti dal centro, raggiungibile a piedi. Oltre ad essere un’ottima scelta per visitare città e dintorni, l’hotel nasconde anche una golosa sorpresa, la Pasticceria Golosi di Salute gestita in collaborazione con Luca Montersino, famoso pasticcere che ha studiato e promosso una linea di pasticceria salutistica di alta qualità adatta anche agli intolleranti, ma che non ha nulla da invidiare in gusto a quella classica, anzi! Maggiori dettagli su questo gioiello dell’Hotel Michelangelo in un prossimo post!
Dove mangiare
La Prosciutteria è un bellissimo locale in centro città che offre piatti a base di Prosciutto di San Daniele,  oltre che cucina con ingredienti dei territorio, tutti squisiti. I gestori sono una coppia simpaticissima e molto disponibile. Vi consiglio di chiedere un tavolo nella sala del seminterrato, un’ex cantina con i muri in mattoncini e le bottiglie a vista: un ambiente veramente suggestivo dove gustare i sapori genuini della cucina!