La nostra Local Expert Emanuela ci parla della conferenza tenutasi a Genova lo scorso 30 ottobre sul tema delle migrazioni, di cui Genova e Anversa sono state teatro. 
Un resoconto preciso e approfondito sulle profonde affinità tra le due città di mare e sulle tante storie di coraggio, speranze e sogni che si incrociarono per i loro porti e per le loro strade.
“Vite in movimento. Storie di persone,  affari e idee tra Anversa e Genova”, la conferenza che ha avuto luogo al Galata alcuni giorni  fa è stata davvero interessante e mi ha permesso di conoscere qualcosa in più  della mia città, Genova, e scoprirne un’altra che invece non ho mai visitato:  Anversa. Il convegno aveva lo scopo di presentare e far conoscere il Red Star Line Museum, il museo dedicato  alla storia delle migrazioni europee nel periodo compreso tra il XIX e XX  secolo, periodo nel quale due milioni di europei iniziarono a lasciare i propri  paesi di origine per cercare fortuna negli Stati Uniti ed in Canada. Non era un  viaggio semplice, prima della partenza erano sottoposti ad accurate visite  mediche e lo stesso accadeva nel luogo di destinazione. Chi non superava i  controlli non poteva imbarcarsi o era rimandato indietro. Accadeva così che  numerose famiglie erano costrette a separarsi. Immaginate quale dramma vivesse  un padre o una madre nel vedersi strappare di mano un figlio, davvero terribile.
Tra i passeggeri poi moltissimi ebrei in fuga dai nazisti, come Einstein che proprio sulla Red Star Line scoprì  che il regime aveva sequestrato ogni suo bene. Ma anche tanti Italiani,  circa 20 mila tra il 1892 ed il 1924, provenienti principalmente dal Nord  Italia, dal Molise e dalla Calabria. Stati Uniti, Canada e Sud America invece le  prime mete, poi negli anni ’60 il Nord Europa (Germania, Svizzera, Francia):  operai, ristoratori e non dimentichiamo il Belgio con i nostri minatori. Una  migrazione anche interna però, principalmente durante gli anni del boom  economico quando migliaia di persone provenienti dal sud Italia cominciarono a  cercare lavoro in città come Milano, Torino e Genova: operai, muratori o  contadini il più delle volte sottopagati, sfruttati e soggetti ad episodi di  discriminazione. Ma la migrazione è sempre in evoluzione e cambia con il mutare  della popolazione, negli anni ’70 infatti la maggiore scolarizzazione portò  tanti giovani a voler provare nuove esperienze all’estero e nacque un nuovo  fenomeno, quello che  viene comunemente chiamato “Generazione  Erasmus”.
E oggi? L’Italia è diventata luogo di approdo  per tanti disperati che rischiano la vita pur di sfuggire alla miseria e alla  guerra. Luogo simbolo di questa immigrazione è sicuramente Lampedusa conosciuta anche con l’appellativo di “Island’s tears” (Isola delle  lacrime), dovuto all’impressionante numero di persone che ha perso la vita in  questo tratto di mare. History repeating verrebbe da dire, ossia la storia che  si ripete. Come abbiamo potuto vedere le motivazioni che spinsero i nostri  compatrioti a partire per una terra straniera non sono molto diverse da quelle  dei migranti odierni. Naturalmente come ha giustamente sottolineato nel suo  intervento il Direttore del Mu.Ma Pierangelo Campodonico, memoria delle proprie radici non vuol dire far finta che  tra i tanti italiani non ci fossero anche delinquenti, ladri e assassini,  memoria è soprattutto verità storica e non un falso abbellimento del passato.  Fondamentale quindi è attuare politiche che facciano capire alle persone che  “il migrante è alla base del concetto di Europa, il migrante è il vero  europeo” garantendo al “nuovo arrivato” non solo il diritto alla salute o  all’educazione ma anche il mantenimento del ricordo delle proprie radici e la  perfetta integrazione con la popolazione locale, senza dimenticare ovviamente  l’importanza di mantenere la sicurezza sociale.
E quale modo migliore per conservare il  ricordo delle proprie origini se non attraverso un museo della memoria?  Il legame tra Genova e Anversa inizia proprio da qui. Red Star Line Museum e Mem lontani  geograficamente ma vicini nello scopo della loro creazione: non far perdere la  memoria dei propri ricordi attraverso le storie delle persone che vissero in  prima persona quelle esperienze. Il Red Star Line Museum è situato all’interno dei locali originali che un tempo fungevano da stazione di controllo per  i passeggeri di terza classe. Il restauro ha richiesto 8 anni di duro  lavoro, ma il risultato finale è davvero eccellente. E difficile è stato  anche ricostruire le vite di quelle famiglie, vista la mancanza quasi totale di  documentazione scritta. Fotografie, ricostruzioni storiche ma anche postazioni  multimediali, impossibile dare un elenco completo di tutto ciò che potrete  vedere nel museo, se volete farvi un’idea di quello che troverete ecco un link utile, anche se  il mio consiglio è quello di visitare di persona questo luogo. Ma la relazione tra Genova ed Anversa risale  addirittura al 1277 quando due marinai di Sori si imbarcarono come  vogatori su di una galea diretta per la prima volta nei mari del Nord, nelle  Fiandre, prima destinazione: Bruges. Con il passare dei secoli il rapporto tra  le due città si è intensificato a tal punto che nell’800 il porto di Anversa  diventò meta di un gran numero di marinai genovesi e nasce anche un detto  “Anversa traversata persa” perché molti sperperavano quasi tutti i propri  guadagni nelle donne, il gioco e altri divertimenti. Genova e Anversa sono  legate anche nell’arte. Pensate che lo scambio di opere d’arte tra queste due  città non ha eguali con nessun altra città. Rubens, Van Dyck, Joos Van Cleve, sono solo  alcuni dei pittori passarono o soggiornarono nella città della Lanterna. E molti  sono i quadri ancora presenti nel nostro territorio: San  Lorenzo della Costa, San Michele  di Pagana , Palazzo Rosso, Palazzo Spinola . Una  piccola curiosità: Rubens amava a tal punto la città di Genova che portò in  patria una serie di disegni riguardanti i palazzi genovesi (da lui considerati i  più belli e confortevoli d’Italia) e volle costruire la sua casa ispirandosi anche allo stile  genovese. 
L’ultima parte  del convegno è stata riservata alla presentazione del Museo Reale di belle arti di Anversa, che attualmente è in fase di  restauro (qui maggiori info). Al suo interno bellissime ed  importantissime collezioni sia di pittura che scultura appartenenti non solo  all’antichità o al “mondo fiammingo”, qui troverete opere moderne ed  internazionali, alcuni nomi? J. Van Eyck, J.Metsys, Magritte, Modigliani, Antonello da  Messina e Tiziano (qui la collezione). Uno dei progetti più interessanti del  museo a mio avviso è la “Summer School”: in pratica i bambini stranieri  che non conoscono nemmeno una parola di olandese possono avvicinarsi alla  lingua, prima dell’inizio della scuola, attraverso vari incontri nel museo. I  bimbi così avranno la possibilità di conoscere i rudimenti della lingua osservando un quadro guardando un volto (come si dice occhi o bocca)  oppure anche i vari stati d’animo rappresentati nei dipinti. In questo modo una  volta iniziata la scuola non si troveranno svantaggiati rispetto agli altri  compagni.
Non conoscevo  Anversa e me ne sono innamorata, la seconda  città con più nazionalità al mondo prima di  New York e dopo Amsterdam credo che rappresenti alla perfezione il concetto di  “maestria all’avanguardia” che sta alla base della promozione turistica di  Turismo Fiandre, perchè unisce davvero la  tradizione all’innovazione, due facce della stessa medaglia non in opposizione  tra di loro ma complementari. 



