Credits Silvia Romio Photography

Capo Verde la ricordo come una delle vacanze mare più belle che abbia mai fatto, una settimana di sole, bagni in acqua cristallina e caldissima e una luce intensa addolcita dai riflessi dorati della sabbia.

Ho scelto l’isola di Sal come destinazione quasi per caso, dovevo riempire una settimana di ferie che mi avanzava e avevo voglia di lasciare il freddo novembre italiano per una destinazione calda, senza però spendere un patrimonio. Così, navigando in rete alla ricerca del paradiso perfetto, dopo aver scartato varie destinazioni da sogno a causa dei prezzi altissimi, un’immagine della spiaggia di Sal ha attirato la mia attenzione: una lunga distesa di soffice sabbia dorata, mare dai riflessi smeraldini e onde spumeggianti. Il tutto ad un prezzo più che accessibile.
Non mi serviva sapere altro, Sal sarebbe stato il mio paradiso per la settimana successiva.
L’isola è nota come meta per surfisti grazie ai forti venti e alle correnti che creano spettacolari giochi d’acqua, ma a novembre il vento si placa, i surfisti se ne vanno e la lunga striscia di sabbia di Praia Santa Maria, la spiaggia principale dell’isola dove affacciano le strutture ricettive, resta a disposizione dei (pochi) turisti.
Credits Silvia Romio Photography

L’arcipelago di Capo Verde si estende davanti al Senegal: qui l’Africa è abbastanza lontana da perdersi all’orizzonte ma abbastanza vicina da sentirne l’antico respiro. Sal è un mondo dai colori intensi, forti e contrastanti: il blu del cielo, il verde brillante del mare, il rosso della terra, il giallo dorato della sabbia e il nero profondo degli occhi della gente.

Non c’è molto da fare a Santa Maria, ma per la prima volta il mare mi è bastato. Io sempre così reticente alla vacanze mare ho trascorso ore a crogiolarmi al sole e dentro a quell’oceano cristallino inaspettatamente caldo come una vasca da bagno, ho saltato e ballato con le onde, giocato a nascondermi tra i flutti spumeggianti e camminato per ore in un universo fatto di luce e riflessi.
Le strutture ricettive, per lo più villaggi, sono ben inserite nel paesaggio e il loro numero contenuto, unito al fatto che a novembre i turisti sono veramente pochi, mi ha regalato un’immensa spiaggia praticamente deserta!
Credits Silvia Romio Photography

Sarà stata la combinazione perfetta di sole mitigato da una leggera brezza, di acque calde e sicure eppure prodighe di onde tra cui immergersi, quel silenzio rotto solo dal fragore delle onde, la meravigliosa solitudine colmata dai colori saturi dell’isola, la luce viva e tersa che trasmette energia, e quell’antico respiro d’Africa che ipnotizza. Sta di fatto che quella è stata la vacanza perfetta, riposo assoluto a contatto con una natura potente e rigenerante.

Ma sarei poco riconoscente se il mio ricordo di Sal si limitasse alla sua spiaggia. Sal è stata di più.
E’ stata il sorriso accogliente dei bimbi della scuola del villaggio vicino, occhi vivaci e curiosi e un coro di voci e mani tese a salutarci; è stata il villaggio di Santa Maria, uno sparuto gruppo di case e capanne in legno, gente seduta sui gradini a conversare nelle lunghe ore del pomeriggio, quando le ombre si allungano e disegnano i contorni delle cose.
Credits Silvia Romio Photography

E Sal è stata anche Pedra de Lume, la salina da cui l’isola prende il nome, terra dalle mille sfumature di rosa e candide distese di sale.  L’oro bianco fu per lungo tempo caposaldo dell’economia dell’isola, all’epoca della dominazione francese e fino all’indipendenza avvenuta nel 1975. Da allora l’attività delle saline  è notevolmente diminuita e oggi copre solo il fabbisogno locale; oggi le saline sono un’enorme spazio vuoto dove si aggira solitario qualche operaio e ogni tanto fa capolino un gruppo di turisti, che qui possono anche fare bagni nell’acqua salata.

Ma più di tutto Sal è stata ed è i suoi colori, una paletta di toni mutevoli nelle varie ore della giornata, dagli abbaglianti colori del giorno quando il sole inonda di luce ogni cosa, ai caldi toni dorati della sera, un mondo silenzioso dove si può restare ad ascoltare assorti la voce della natura.