Fabiana ci porta per mano a scoprire le Fiandre, un viaggio che le ha regalato tante emozioni!
Sono arrivata a Bruxelles da Lussemburgo in circa tre ore e subito sono stata colpita dai colori e dal clima festoso della capitale belga. Un tripudio di arte, imponenza e frenesia. La Grand Place è il culmine delle emozioni. Non si può rimanere che estasiati con gli occhi che corrono qua e là per coglierne ogni angolo, ogni riflesso.
Ho percorso Bruxelles in lungo e in largo camminando seguendo a tratti la cartina per non perdermi le attrazioni principali e a tratti seguendo l’istinto per respirare l’aria della vera capitale, quella meno conosciuta, meno trafficata. Il poco tempo a disposizione non mi ha permesso di godermi appieno la poliedricità della capitale. Per chi ha lo stesso problema il consiglio è sicuramente quello di rivolgersi all’Ufficio del Turismo e sbizzarrirsi nella scelta dell’itinerario da seguire. A disposizione ci sono moltissime mappe tematiche tutte da scoprire (street art, gourmet, fashion, modern art, moules avec les frites, ecc..) per conoscere la capitale sotto una luce diversa.
Dopo aver visto i principali punti di interesse (Grand Place, Cathédral Saint-Michel, Atomium, Manneken Pis, Palazzo Reale, Place du Sablon, Quartier Européen, ecc..) ho preso il treno per Gent. Ero indecisa tra Mechelen e Gent ma il treno per quest’ultima partiva prima così è stato il destino a decidere per me. Un destino a cui sarò grata per sempre.
Gent è semplicemente indescrivibile. Dalla stazione è abbastanza semplice raggiungere il centro anche se le vie periferiche non lasciano presagire lo spettacolo che man mano guadagnerà campo davanti agli occhi. I canali si intrecciano per le strade, circondati da tantissimi ristoranti e locali dall’atmosfera magica. Gent è la città universitaria per eccellenza quindi le strade sono travolte a qualsiasi ora da risate e allegria. Nonostante questo ammirare lo scorrere dell’acqua nei canali, le coppie che si tengono per mano, le mille luci riflesse rendono questo luogo lo scenario ideale per sognare ad occhi aperti. A Gent si ricomincia a credere all’amore, al cuore che esplode, alle sensazioni che rimangono troppo a lungo imprigionate nella mente. Da non perdere, il Castello dei Conti, la chiesa di Saint-Michel (e l’omonimo ponte), il Belfort e la Cathédral Saint-Bavon.
Dopo aver fatto ritorno a Bruxelles con il cuore pieno di emozioni e aver dormito in ostello (http://www.sleepwell.be/), la mattina dopo ho preso il treno per Bruges. Tutti ne parlano, tutti la amano. In realtà, secondo me, dopo aver visto Gent perde un po’ del suo fascino romantico.
Senza nulla togliere a questo meraviglioso borgo forse da rimproverargli il fatto di essere ormai troppo turistica e troppo rinomata. Troppe aspettative spesso rovinano la realtà. Sicuramente meritano una visita il Markt (con le carrozze sembra di essere trasportati indietro nel tempo), il beghinaggio, il Rozenhoedkaii (il paesaggio da cartolina vale da solo il viaggio), il Belfort. Impossibile non assaggiare le deliziose praline di cioccolato presenti nelle oltre 50 botteghe artigianali che attraversano il centro.
Da Bruges ho preso il treno per Anversa. Già dall’arrivo in stazione non ho potuto fare a meno di essere completamente travolta dalla maestosità della città che si presenta fin da subito come una gran signora. Imponente come Madrid e vivace ed allegra come Barcellona. Un tripudio di energia e colori. Purtroppo, il freddo e il diluvio mi hanno impedito di visitarla nel migliore dei modi anche se, nonostante questo, non ho potuto fare altro che fermarmi sotto la pioggia ad ammirare la Cattedrale e le mille bandiere in Grote Markt. Giusto un assaggio per avere la voglia di tornare a conoscere tutti gli altri aspetti che Anversa nasconde.
Il treno mi ha riportato lentamente verso Lussemburgo ma il cuore ha deciso di rimanere a Gent.